L’infanzia a modo mio: intervista a Silvia Davanzo

L’infanzia a modo mio: intervista a Silvia Davanzo

L’infanzia a modo mio di Ratabirata è un mondo da scoprire.

Frutto di una evoluzione lenta ma legata a un grande studio e una grande passione, l’infanzia a modo mio è il luogo dove scoprire un nuovo modo per far crescere i tuoi bambini

Ma ora lascio la parola a Silvia Davanzo, l’anima creativa che c’è dietro a Ratabirata

 

 

Incomincio con il chiederti di raccontarci chi è Silvia.

 

Prima di tutto, grazie per l’ospitalità in questo tuo salotto virtuale. Parlando di me ti dico che mi sento una ragazzina che riscopre il mondo giorno dopo giorno. Oggi sono mamma, impiegata e, nell’anima, una creativa. Mi piace pensare che tutti questi aspetti di me siano perfettamente combinati e ha diano luce ad ogni giorno.

 

 

E come è nato Ratabirata o meglio come è nato il tuo voler creare qualcosa dedicato ai bambini?

 

La passione creativa, il fuoco del non stare mai ferma c’è sempre stato e, nell’attesa della mia bambina, si è manifestato in modo più forte per crearle il ‘corredino’. Poi poco a poco ho iniziato a crearlo anche alle mie amiche e così mi ha coinvolto sempre di più e sempre con nuove idee.

 

 

La tua produzione spazia dall’abbigliamento ai giochi di stampo montessoriano. Vuoi raccontarci nel dettaglio cosa realizzi?

 

Eh, interessante domanda, perché sono sempre in evoluzione e in fase di studio. Non amo molto le etichette, ma amo assorbire i concetti e le nozioni come le spugne e modellarli concretamente in base ai miei pensieri. Creo sia una serie limitata di abiti per neonati, accessori di prima necessità e uso, che giochi educativi per il prosieguo. Credo che i bambini siano sovrastimolati dal mondo esterno e per questo cerco di creare con materiali che li riportino alle radici e al contatto con la terra e la natura.

 

 

 

 

 

Parliamo ora di questo nome particolare, Ratabirata. Per chi è piemontese come noi è un nome che porta ricordi d’infanzia, di nonne e di filastrocche. Vuoi raccontarci come è avvenuta la scelta di questo nome e cosa significa?

 

Ratabirata è una filastrocca in dialetto del vercellese che mi accompagna da sempre, prima come figlia e ora come mamma. Il suo suono, la sua cadenza, l’intimità che trasmette con l’abbraccio al bambino mentre lo si dondola mi riporta al profumo dell’infanzia. Una scelta che mi sono sentita calzare addosso perfettamente, un nome che puoi inspirare come un profumo nostalgico.

 

 

So che tu frequenti molto i market, soprattutto quelli milanesi. Cosa significa per te partecipare a un market?

 

Respirare! Vivere le emozioni con le persone, instaurare dialoghi e relazioni e non solo fini alla vendita, ma sempre e soprattutto per imparare, io da loro e loro da me! Ogni volta torno a casa felice. Sono tante piccole esperienze che permettono il confronto costruttivo.

 

 

Lo scorso anno ho avuto l’occasione di partecipare a un bellissimo pomeriggio organizzato da te in un luogo fantastico e ricco di storia: la Cascina Colombara. Oltre alla visita in questa storica cascina alla scoperta della vita delle mondine, ho apprezzato molto il momento finale di chiacchere tra le creative che avevi invitato. Quanto è importante per te la condivisione e lo scambio di idee e di collaborazione tra creative?

 

Tantissimo e purtroppo per via del virus quest’anno non mi è possibile ripetere quell’incontro. Penso che i social utilizzati in modo consapevole e appunto sociale, possano dare tanta soddisfazione. Si possono creare legami di amicizia e collaborazione veri!

 

 

 

 

 

Ultimamente il tuo brand sta prendendo una direzione molto precisa e forte di aiuto alle mamme. Esattamente cosa stai realizzando?

 

Vorrei poter aiutare le mamme in quei momenti di difficoltà, esserci anche solo per un sorriso, o un tè. Credo che mettere le persone a proprio agio sia il primo passo per far sì che credano il loro stesse. L’auto efficacia poi si tramuta in benessere psicofisico e a quel punto ci sarà un vero aiuto. Vorrei diffondere la cultura del Less is more, creando giochi per bambini che siano un po’ nostalgici sia nei materiali che nei modi d’uso. Vorrei dire alle mamme che il potere della loro immaginazione è uguale a quello dei loro figli, devono solo tornare un po’ bambine e liberarsi di tanti pensieri superflui, se non nocivi.

 

 

Ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e chiudo questa intervista con una domanda di routine: progetti per il futuro?

 

Sicuramente collaborazioni. Non sono un’anima solitaria, o meglio amo la solitudine ma insieme ci si diverte, si apprende e si passa il tempo in modo migliore!

 

Se vuoi conoscere meglio Silvia la trovi qui:

Blog: https://ratabirata.blogspot.com/

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